I CONSIGLI DELLE INFERMIERE

I CONSIGLI DELLE INFERMIERE: LE ULCERE CUTANEE NELLA SCLERODERMIA

Un’ulcera, per definizione, è una perdita di continuità della cute o del tessuto epiteliale, dalla guarigione molto difficoltosa, molto lenta oppure addirittura assente. Nello specifico, si parla di ulcera quando il processo di cicatrizzazione non è in grado, per diversi fattori, di rigenerare la pelle e i tessuti. Convenzionalmente sono considerate ferite croniche tutte quelle lesioni che non si richiudono entro una durata temporale di circa 4-6 settimane

Nei pazienti affetti da Sclerodermia, tale fenomeno si presenta comunemente e può rappresentare una seria complicanza. L’ulcera sclerodermica ha una localizzazione “atipica”, cioè diversa dalle sedi in cui insorgono le altre ulcere. Circa il 75% dei pazienti affetti da Sclerodermia presenta ulcere alle dita, il 25% dei quali già all’esordio della malattia, e questo è un fenomeno da non sottovalutare. Le ulcere sclerodermiche sono espressione clinica della vasculopatia sclerodermica, pertanto sono di difficile guarigione: i successi terapeutici sono condizionati dalla tempestività e dalla adeguatezza degli interventi. Al momento della loro insorgenza, le modeste dimensioni come una punta di spillo oppure una piccola fessura, inducono il paziente e il clinico non esperto a una valutazione di attesa, ma come suddetto la tempestività di azione in questi casi è fondamentale. Le lesioni, infatti, possono avere un’evoluzione rapida e ingravescente ed essere associate a dolore intenso e gravi complicanze. Si localizzano principalmente alle estremità (mani e piedi) laddove sono più evidenti i fenomeni vascolari periferici oppure dove la cute è maggiormente sottoposta a trazione oppure nelle aree interessate da calcinosi; più raramente compaiono su ginocchia, gomiti, naso, malleoli e padiglioni auricolari. Alcune volte le ulcerazioni si manifestano improvvisamente, altre volte più lentamente con sintomi aspecifici che si protraggono per mesi. In generale, queste lesioni cutanee sono persistenti, di lenta guarigione e spesso incorrono in complicanze (es. infezioni). Un elemento di rilievo è il dolore che può essere invalidante nelle attività di vita quotidiana o nel sonno notturno. L’infiammazione e l’infezione che possono sovrapporsi aumentano l’esperienza dolorosa.

                                                        

Nonostante il loro severo impatto sullo stile di vita della persona con Sclerodermia, la definizione, i criteri di classificazione e le strategie terapeutiche delle lesioni cutanee di natura reumatologica sono ancora controverse e dibattute. Ad oggi, la strategia multidisciplinare basata sulla collaborazione di più professionisti orientati alla combinazione di trattamento sistemico (es. farmacologico, nutrizionale) e trattamento locale avanzato, regolarmente adottata nell’ultimo decennio, ha una maggiore e comprovata efficacia rispetto all’approccio singolo in termini di qualità di vita e disabilità della persona. 

Per questi motivi, appena insorge uno dei sintomi sotto descritti o vedi delle zone della pelle che cambiano di colore/perdono di continuità/causano dolore è il caso di contattare subito il proprio reumatologo e/o il Centro di Riferimento per le ulcere sclerodermiche più vicino. Se nella propria zona non è presente, consigliamo di affidarsi al servizio domiciliare e chiedere loro il centro più vicino della zona. Un’ulteriore opzione è quella di contattare le associazioni dei pazienti e chiedere loro il Centro più vicino.

    

Se hai una lesione di nuova insorgenza, non curarla da solo ma rivolgiti al tuo reumatologo e/o all’ambulatorio infermieristico più vicino a te. Gli infermieri specialisti in Wound Care (=cura delle ferite) sono dei professionisti formati in grado di gestire la tua problematica attraverso interventi di educazione sanitaria e di medicazione dell’ulcera. Questi tipi di medicazione sono definite “attive” o “avanzate” in quanto in grado di interagire con il letto della ferita, riducendo il dolore , promuovendo così la guarigione. 

La scelta dei materiali è strettamente correlata alle caratteristiche dell’ulcera e di competenza dell’infermiere specialista in Wound Care. È però possibile che l’infermiere ti fornisca delle indicazioni per gestire la medicazione della tua ulcera al tuo domicilio, in attesa di andare al centro dedicato, pertanto seguile attentamente e contattalo per chiarirti ogni eventuale dubbio e/o nel caso insorgano nuovi sintomi o problematiche di qualsiasi natura. Indicativamente, nel rinnovare la medicazione, puoi seguire queste indicazioni generiche:

- Prima di procedere alla sostituzione della medicazione, prepara tutto il materiale che ti servirà vicino a te, in modo da non doverlo andare a cercare dopo quando hai l’ulcera scoperta;

- Lava le mani con acqua e sapone o igienizzale con il gel antibatterico;

- Indossa un paio di guanti puliti e rimuovi la vecchia medicazione, avendo cura di gettarla nel contenitore per i rifiuti. Potresti trovare del materiale sulla vecchia medicazione: controllalo e osservalo, in modo da riportare le sue caratteristiche (es. odore, colore, quantità) all’infermiere al prossimo appuntamento;

- Rimuovi i guanti, igienizza nuovamente le mani e indossane un paio puliti;

- Esegui un’irrigazione della ferita con Soluzione Fisiologica allo 0,9%, spruzzandola abbondantemente con una siringa che avrai precedentemente riempito;

- Applica un impacco con garze imbevute di Sodio Ipoclorito 0,05% per circa 10’;

- Rimuovi le garze ed esegui una nuova irrigazione con Soluzione Fisiologica allo 0,9%;

- Asciuga, tamponando delicatamente con una garza asciutta, i margini della lesione e avendo cura di lasciare il letto della ferita umido: osservalo bene prima di ricoprirlo in modo da riportare le sue caratteristiche all’infermiere al prossimo appuntamento; se è possibile, documenta con delle foto;

- Esegui la medicazione con le indicazioni fornite dall’infermiere o, nel dubbio, con garza non ad o garza grassa applicata a doppio in attesa di recarti al centro medicazioni: ogni medicazione va scelta caso per caso dal professionista sulla base delle caratteristiche della lesione e della persona!

- Contatta prontamente il Centro di Riferimento se insorge qualsiasi nuovo sintomo.

Anche se non hai ulcere, ispeziona spesso le zone del corpo maggiormente a rischio di insorgenza delle lesioni! Queste potrebbero presentarsi sottoforma di: 

  • Ipercheratosi: depositi di colore bianco giallo di circa 2/5mm sui polpastrelli e sulle falangi. Possono essere asintomatiche o provocare dolore pungente “a puntura di spillo” alla digito-pressione.
  • Perdita di tessuto: lesioni la cui dimensione varia da 5mm a diversi cm. Possono presentarsi profonde dal derma fino ad interessare strati più profondi, come legamenti e ossa. È presente una perdita di tessuto a vari livelli e presenza di tessuto devitalizzato. Le ulcere digitali acrali sono di solito secondarie all’ischemia cronica dei tessuti. Le ulcere della superficie estensoria delle articolazioni interfalangee sono correlate alla deformità in flessione delle dita delle mani. Ulteriori fattori di rischio sono rappresentati dai frequenti traumatismi e dalla sclerosi cutanea.
  • Secondarie a calcinosi: si caratterizzano in seguito a depositi di fosfato/carbonato di calcio a livello dei tessuti molli potenzialmente su tutti i distretti del corpo. Possono presentarsi sotto forma di calcolo ”tipo sasso” o di mousse “tipo dentifricio” o a rete “tipo reticolo” con estensione su zone più grandi scapole, schiena, torace, gambe. Le lesioni secondarie a calcinosi si riconoscono per un meccanismo infiammatorio irritativo.
                  


RICORDA: LA PREVENZIONE È FONDAMENTALE!

- Impara a tagliarti le unghie e ad avere cura delle tue mani e dei tuoi piedi. Lavali con acqua tiepida e sapone neutro e, nel contempo, approfittane per ispezionarli almeno una volta al giorno. Asciuga bene, tamponando. Taglia le unghie con taglio orizzontale non andando a toccare gli angoli in modo da non lasciarli spigolosi. Idrata con creme idratanti evitando gli spazi interdigitali;

- Proteggi le estremità con guanti, calzature comode e idonee ecc. ed evita sbalzi termici: per esempio, non tenere in mano bevande ghiacciate. Nel caso le tue mani o i tuoi piedi siano molto freddi, mettili a contatto con un’altra parte del corpo calda, come il cavo ascellare o l’incavo del ginocchio, oppure effettua l’immersione dell’estremità in acqua tiepida non superiore a 37°C. Potrebbe essere utile portare con te dei cuscinetti scalda-mani da attivare al bisogno. Infine, cerca di prediligere oggetti prensili e di evitare il più possibile i traumi (es. non camminare scalzo);

- Alimentati in modo sano. L’insorgenza di ulcere aumenta il tuo fabbisogno energetico e va ad accumularsi a quello preesistente dovuto alla patologia cronica. La valutazione del tuo stato nutrizionale dovrebbe essere effettuata mediante una “attività multidisciplinare”, cioè eseguita insieme al gastroenterologo, al nutrizionista, oltre che al reumatologo; 

- Assumi un adeguato apporto di liquidi durante la giornata;

- Programma periodicamente l’attività fisica; non dimenticarti l'attività fisica delle mani;

- Sostanze vasocostrittrici come il fumo e la caffeina sono da evitare.

In alcuni casi il tuo reumatologo di riferimento potrebbe prescriverti una terapia con i vasodilatatori e, in corso di infezioni conclamate, con antibiotici: segui la terapia prescritta e chiedi informazioni se hai bisogno di chiarimenti.

Qualsiasi farmaco o sostanza presente nella medicazione o nel disinfettante potrebbe potenzialmente provocare una reazione allergica: rivolgiti al personale sanitario se hai allergie e, nel caso insorgano sintomi quali difficoltà respiratorie, sensazione di "gola o lingua gonfia”, eritema della cute ecc., contatta immediatamente il servizio di emergenza territoriale.

       




Le informazioni soprariportate sono state fornite e concordate da un gruppo di infermiere esperte,  specializzate in Wound Care.


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